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Lo sviluppo di un pianeta
per supporre che le aree del paese originario del globo,
quelle già esistenti quando la crosta fu formata, ab¬
biano ricevuto degli accrescimenti da qualche altra
fonte, diversa dal mare, noi ci aspetteremmo di tro¬
vare qualcheduna di esse tutt’ora alla superficie ; ed
altre di esse seppellite così leggermente sotto roccie
sedimentarie che esse sarebbero accessibili. Se noi non
troviamo nessuna traccia della crosta liquefatta ori¬
ginale, allora noi non avremo alcun ragionevole ap¬
poggio fornito dall’osservazione reale che vi sia giammai
una tal crosta.
I gaz primitivi della Terra.
La seconda difficoltà sorge dalia presunzione che
va d’accordo colla teoria della gazeo-liquefazione che
l’atmosfera e l’idrosfera fossero escluse dal globo li¬
quefatto e lo circondassero come un involucro. Il con¬
cetto si era che, dappoiché il calore caccia via i gaz
dai liquidi e dai solidi, pertanto la separazione dei gaz
dalla roccia incandescente fino al bianco del globo pri¬
mitivo fuso, sarebbe certamente stata completa.
Dietro questo modo di vedere, l’assorbimento dei
gaz, piuttostochè la loro espulsione, sarebbe stata la
regola in tutti gli ulteriori e più freddi stati della Terra.
Per tal modo quando la crosta fusa si è raffreddata
sino alla solidità, i teorici sono tuttora lasciati colla
loro enorme atmosfera calda, ricca di vapore d’acqua
e greve per i gaz come il biossido di carbonio. Ma
le condizioni della Terra che si può supporre aver te¬
nuto dietro dopo di ciò, sia rispetto al clima, sia dal¬
l’ausilio prestato alla vita, non si accorderanno bene
con i fatti accertati che riguardano la primitiva storia
geologica della Terra, che ora noi andiamo scoprendo.
La teoria atmosferica nella sua forma originale riceve
un appoggio molto incerto dai fatti determinati.
È stato fatto un tentativo di emendare questo, col