Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/169

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L’azione vulcanica 147 per la pressione crescente delle sue parti, andava accumulando calore al suo centro ed intorno alle sue regioni centrali. Questo calore andava propagandosi verso le zone dove minore era la pressione, ed andava liquefacendo quelle roccie che potevano esser liquefatte. Quest’azione giunse ad un culmine, e le roccie ignee traboccarono fuori sulla superficie della Terra, sommergendo i massi che tuttora cadevano sulla Terra dal di fuori ed obliterando gli effetti loro. L’acqua era presente sulla Terra e le esplosioni vulcaniche dovute all’azione del vapore erano presumibilmente molto grandi per estensione e per effetti, ed erano frequentissime ; e questi effetti erano smisuratamente più grandi di quelli elaborati dall’aria 0 dall’acqua, non accoppiate col calore. In breve, è stato supposto che questo periodo di energia vulcanica, oppure di attività ignea, fosse non dissimile dalle eruzioni lunari di cui la superficie della Luna ancora reca testimonianze. Le eruzioni erano differenti per estensione e per violenza ; ma esse ebbero, come sulla Luna, l’influenza predominante nel modellare la faccia della Terra. Egli è inoltre stato supposto che, mentre queste grandi eruzioni ignee ed i crateri ed i crepacci da cui quelle procedevano, sono state di poi mascherate dal successivo sviluppo della Terra, e dall’azione deH’aria, dell’acqua, e della vegetazione, tuttavia ancora nelle linee di apparente debolezza che esistono tuttora sulla crosta della Terra, noi possiamo rinvenire alcune vestigia di quelle. Vi è, per esempio, un gran crepaccio che viene alla superficie in varie località: nell’Oriente dell’Asia e nell’Africa occidentale, e che si distende dal Mare Morto al Lago Nyassa, e raggiunge così la lunghezza di 3500 miglia (5600 Km.) (1). (1) W. H. Pickering, « Limar ed Hawaian Physical Features Compound » (« Memoirs of American Academy, » Voi. XII, Pt. IV,