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4 | Lo sviluppo di un pianeta |
rassomiglianza di famiglia; e possono differire l’uno dall’altro principalmente pel loro peso atomico. Così dall’idrogeno noi abbiamo il gruppo discendente, cloro, bromo, iodio. La serie dell’ossigeno è cosi raggruppata: Ossigeno (peso atomico 16), Cromo (peso atomico 52), sotto quello il Molibdeno (peso atomico 96), col Tungsteno (peso atomico 184), e l’Uranio (peso atomico 238) al posto inferiore della scala.
È stato supposto che noi possiamo immaginare un certo ciclo di circostanze nelle quali una sorta di elemento è formata; e che, progredendo l’evoluzione e le circostanze diventando mutate, un’altra sorta di elemento divien possibile ed eventualmente sopravvive e diventa stabile. Allora sebbene in qualche nebulosa noi possiamo ora percepire soltanto idrogeno, elio e nebuiio, egli è possibile che in questi costituenti stiano racchiuse le potenzialità di altri elementi.
Gli atomi, dei quali è composta la materia, stanno continuamente irradiando energia e per tal guisa perdendola; e quindi deve pur venire il momento in cui gli atomi di un elemento devono finire, come pur farebbe un orologio. Quando questo tempo viene, l’atomo di un elemento forse si trasmuterà in un atomo di un altro elemento il quale abbisogna di energia minore di quella richiesta nel primo di lui stato. Sir J. J. Thomson ha detto che un atomo costrutto sul modello teoretico potrebbe esser fatto durare un milione di anni, ma esso non sarebbe eterno.
Vi è fondato motivo di ritenere che nel radio ed in altri elementi che posseggono atomi molto complessi, noi osserviamo realmente la disintegrazione e la spontanea ricostituzione, che costituiscono una trasmutazione degli elementi. Quindi non è questa un’obbiezione bastevole da opporre alla teoria di Laplace che le nebulose del cielo non ci esibiscono molti fra gli elementi noti come esistenti nel sistema solare.