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Lo sviluppo di un pianeta
deranza di altre sostanze, ed è soltanto nei depositi
dei profondissimi bacini, che sono formati con estrema
lentezza, che essi possono essere facilmente ricono¬
sciuti ».
Il suolo del mare.
Possiamo qui dire una parola circa le condizioni ge¬
nerali del fondo del mare, condizioni che hanno spinto
Mr. Rudyard Kipling alla di lui poetica descrizione
« delle grandi pianure grigie di fango, dove serpeg¬
giano le gomene sepolte da conchiglie » e dove nella
silente oscurità le parole degli uomini trasmesse per
i cavi « guizzano e volano e vincono le distanze ». La
di lui descrizione per molti riguardi è scientificamente
accurata. Ad una profondità media di un centinaio
di braccia l’oscurità è quella di una notte nuvolosa
senza luce lunare; al disotto di quella profondità l’oscu¬
rità è completa, sebbene i pesci del mare profondo
ed altri animali possano avere qualche grado di per¬
cezione, di natura a noi sconosciuta, della radiazione
atmosferica. « All’imo di un mare profondo », osserva
J. Johnstone, « si hanno condizioni uniformi ». Il
fondo è una pianura piatta con poche disuguaglianze,
poiché quelle indicate dalle macchine per sondare sono
leggere in paragone con quelle che noi abbiano sulla
terra scoperta, e sebbene dei declivi precipitosi deb¬
bono pur trovarsi, essi sono molto eccezionali. Il fondo
del mare è composto di limi molli, semi-liquidi, nel
quale gli oggetti devono affondare con facilità. Visi man¬
tiene una temperatura uniforme, che è quella del punto
di congelazione dell’acqua dolce, 0 di un grado 0 due
sopra di quella. Un’oscurità profonda od assoluta,
rotta solamente dalla luce di qualche creatura fosfo¬
rescente, vi regna costantemente. Giammai non vi
succedono cambiamenti 0 alternazioni di giorni e notti