Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/284

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2ÓO Lo sviluppo di un pianeta centro, si è il calore. Come la terra perde calore, essa si contrae. Ma nell’atto di contrarsi, le sue molecole cadono aH’interno, ed il loro movimento, il loro cozzare insieme sviluppa nuovo calore. (Nello stesso modo ci si immagina che si mantenga il calore del sole. Esso va contraendosi, ma la contrazione di per sè stessa lo rifornisce di calore interno). Il passaggio di calore verso l’esterno del pianeta conduce quindi alla generazione di nuovo calore. La resistenza alla condensazione che offre il calore è spiegata col dire che esso è dovuta all’urto delle particelle di materia riscaldata. Quello è un altro modo di esprimere che la resistenza alla compressione è dovuta in parte ai movimenti delle molecole. È possibile che ogni resistenza alla compressione sia dovuta a movimenti di molecole, o di atomi, o di elettroni. Il calore è semplicemente un'espressione di questi movimenti. Nelle teorie più primitive che furono formulate sulla solidificazione di un pianeta, fu supposto dapprima che una crosta si fosse formata sovra una massa liquida e che la solidificazione avesse proceduto verso il basso, come si solidifica il ghiaccio in uno stagno. Per tal modo non vi sarebbe una variazione grande di temperatura per lungo tempo nelle profondità. Qualche 100.000.000 di anni sarebbero trascorsi prima che il raffreddamento avesse raggiunta una profondità di 160 miglia (Km. 256). Dopo che la buccia esterna si fosse raffreddata tanto da essere d’accordo col circostante ambiente attorno alla terra, essa non si sarebbe più contratta. Non vi potevano esser state contrazioni al disotto di 160 miglia, poiché quella regione non si era raffreddata affatto. Quindi la contrazione doveva aver avuto luogo in qualche parte tramezzo a quelle zone. É stato ritenuto che fosse stato una tale contrazione la causa del corrugamento