Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/346

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322 Lo sviluppo di un pianeta complesso, come un elefante od un cavallo, che godesse libertà in un continente, potrebbe sotto nuove condizioni e clima nuovo rilevare una capacità di variazione e di espansione sino ad allora latente. Per tal modo se uno comincia coll’ammettere che la teoria di Darwin della variazione sia soltanto quella, e che ogni progresso nelle forme di vita dipenda dal rispondere alPambiente e dalla selezione di individui che sono, ciascuno, un po’ meglio adattati per causa delle condizioni che li circondano di quanto lo siano i loro vicini, ci incontriamo colla probabilità che la variazione non abbia progredito in tutte le epoche ed in tutti i posti colla stessa ragione. Ma il problema diventerà incommensurabilmente complicato se noi supponiamo, con alcuni geologi, come il Dott. A. Smith Wood- ward (i), o con botanici come il Prof. De Vries (2), e coi Mendeliani come il Prof. Bateson (3), che le modificazioni prodotte dall’ambiente non sono la sola cagione della variazione delle specie. Mutazioni delle Specie. Noi dobbiamo contentarci della più superficiale esposizione delle teorie di Mendel, De Vries, e Bateson. Se noi prendessimo un milione di semi di leguminose rosse di una data specie, e li suddividessimo in qualche maniera — secondo il colore più 0 meno rosso, per esempio, oppure secondo la rotondezza loro — noi avremmo da trovare tutte sorta di rossezza, che cioè dal rosa pallido si estenderebbero sino al più intenso color chermisi, e tutte sorta pure di rotondità. Tra gli estremi (1) Discorso presidenziale alla sezione geologica, British As- sociation, 1909. (2) « Teoria delle mutazioni » del Prof. De Vries. (3) « Principies of Heredity », di Mendel, da W. Bateson, F. R. S. (Camb. Univ. Press).