Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/386

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3Ó2 Lo sviluppo di un pianeta una forma ad un’altra ancora fanno una lunga strada per spiegare i fatti che recenti scrittori hanno tentato di ascrivere a variazione saltuaria — in altri termini, a salti spontanei. Scott (i) descrive le vestigia fossili di piante come tali che formino la storia dell’ascendere successivo di una serie di famiglie dominanti, ciascuna delle quali si innalzò alla massima altezza nell’organizzazione, altrettanto quanto nell’estensione del suo dominio, e quindi sprofondò in una relativa oscurità, lasciando il posto ad altre famiglie che sotto nuove condizioni fossero meglio abili a prendere un posto principale. Così ciascuna famiglia se ne andò correndo giù per la china del suo corso discendente, sia che i suoi membri abbiano subita una reale riduzione per struttura, com’essi divennero relegati ad un altro modo di vita (tale e quale come la gente che, decadendo nel mondo, ha da rinunciare alla propria casa di città e deve vivere in una villetta in campagna oppure in pensione a Dinard); ovvero sia che i più alti rami della famiglia siano spuntati in folla tutti insieme, mentre i parenti poveri erano soltanto in grado di mantenersi col guardarsi bene dal competere colle razze ascendenti dei nouveaux riches. In ciaschedun caso sarebbe risultato un abbassamento generale del grado di stabilità e dell’organizzazione del gruppo. Questa è una ragione per cui la storia trascorsa delle piante per nessun verso può mostrare una progressione regolare dal semplice al complesso. L’altra ragione consiste nel fatto che il progresso reale è spesse volte dal complesso al semplice. Uno degli esempi migliori (i) Per le teorie di questo capitolo riferirsi principalmente all’opera « Fossil Botany » del Dott. H. Scott, ecl al di lui articolo sulle « The Palceontological Record », in « Darwin and Modem Science ».