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vi Lo sviluppo di un pianeta

a quali rischi sia esposto il navigatore, e quale possa essere la durata della nave e la sua probabile sorte finale. E tutto ciò costui lo farebbe naturalmente, quando anche ad altri toccasse la cura del dirigere la nave e di provvedere alla sua salvezza.

Ciò sarebbe assai logico in un uomo: perchè, sebbene egli non abbia ad avere mai influenza veruna sull’avvenire della residenza sua, tuttavia egli non saprebbe mai comportarsi perfettamente a dovere, e con il massimo profitto suo e della comunità, ove egli fosse ignaro di tutte quelle circostanze, appunto colla coscienza di non poterne variare il funzionamento, il che gliele deve far accettare quali imprescindibili necessità.

L’uomo è nato curioso, e la sua curiosità sarebbe il movente d’ogni scienza. Ma l’ignoranza pressochè universale e le stolide consuetudini sociali che furono da questa generate, hanno attutita in moltissimi la curiosità ed hanno loro inibito di appagarla.

Era in vigore un’usanza, la quale, per buona nostra ventura, va ora scomparendo; quella cioè di rispondere a tutti i perchè interrogativi, rivolti dai bimbi alle persone adulte, con delle favole oppure delle leggende, che tanto adombravano il vero da alterarlo poi completamente.

Oggidì però, ciò non sarebbe più oltre possibile.

Oggidì i bimbi nascono di già evoluti e non s’accontentano più delle frottole che hanno beato l’ingenua infanzia degli avi nostri. Nelle primissime età vi è un progresso reale. Ma più tardi il progresso diviene troppo frettoloso; almeno così avviene in Italia.

Per fare più presto si tende a sopprimere la base scientifica, anche solo elementare, della coltura generale, e si tende a venir subito alle pratiche applicazioni.

È semplicemente un pretendere uno sviluppo meraviglioso da una pianta, cioè una fioritura od una