Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/414

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CAPITOLO XIX. La durata dell’uomo. Epoche glaciali e terrazzi fluviali. - Il Pithecanthropus erectus. - Cranii di Neander e di Spy. - L’aspetto dell’uomo primitivo. - Uomini di Cromagnard o di Reindeer. - Armi ed attrezzi dell’uomo Paleolitico. - Eoliti. - L’Europa nell’età Paleolitica. - Vita dell’uomo Paleolitico. - Classificazione di razze. - L’uomo Neolitico. - L’avvenire del pianeta. Tra le deficienze delle memorie fossili nessuna è cagione di perplessità maggiore di quanto noi sia quella che si riferisce al periodo della venuta dell’uomo. La scarsità delle reliquie e le interpretazioni diverse a cui si presta l’evidenza, illustrano le difficoltà nel dedurre conclusioni degne di fede dagli avanzi fossili di altri animali incomparabilmente meno recenti. L’evidenza è di due sorta; quella che è fornita dagli avanzi dell’uomo; e l’evidenza indiretta dei posti dove quelli furono ritrovati, e di altre reliquie nelle vicinanze loro. In nessuno dei casi vi è l’evidenza incontrovertibile. Alcune delle reliquie possono non lasciar dubbio che siano dell’uomo. L’evidenza corroborativa può essere discussa. In primo luogo circa l’età delle reliquie. Esse appartengono quasi fuor di questione al Pleistocene o periodo Quaternario, durante il quale avvenne quella che noi possiamo continuare a denominare la grande epoca glaciale. Secondo l’autorità la più generalmente accetta, Penck (i), vi furono quattro periodi glaciali (i) A. Penck ed E. Briickner, « Die Alpen in Eiszeitalter », Leipzig 1901-908. uscito a dispense, non ancora completo pag. 1172.