Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/417

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La durata dell’uomo 393 tenga più probabilmente all’epoca Quaternaria (i). Ma l’età di esso non è il solo punto in discussione. Tutti gli anatomi sono concordi nel riconoscere che il cranio di Trinil era quello di una creatura simile tanto all’uomo quanto alla scimmia; ma è argomento di discussione sino a quale altezza il proprietario di quel cranio avesse ascesa la scala tra la forma più bassa e quella più elevata. A giudicare dalla forma sfuggente all’indietro della fronte sua, quella creatura era meno intelligente di un scimpanzè. Ma dopo tutto il cervello conta molto più della scatola che lo racchiude. La capacità interna della calotta cranica del Pithecanthropus è stata altrettanto accuratamente misurata quanto possa esserlo ; e la cavità ha un volume di 850 centimetri cubici. Questo è meno dell’ordinaria capacità di qualunque essere umano normale e sano; poiché cotesta capacità dell’uomo non giunge mai al disotto di 880 cent, cubici; ma essa è pure più alta della capacità cranica delle scimmie le più elevate, la quale, com’è noto, non oltrepassa 600 centimetri cubici. Se noi giudichiamo da questi criteri, « l’uomo » di Trinil deve esser stato molto prossimo ad un uomo. Vi è motivo di credere che esso poteva parlare. La facoltà della parola risiede in una circonvoluzione del cervello denominata area di Broca. L’area della favella dell’uomo di Trinil è due volte più grande di quella delle scimmie antropoidi, sebbene essa sia soltanto grande la metà di quella dell’uomo. Il cranio non è stato il solo osso trovato appartenente ad esso. Gli altri ossi inducono a supporre che esso camminasse eretto e che la di lui altezza fosse al- l’incirca quella di un Inglese di media statura. Rimane però dubbioso se egli fosse il rappresentante più alto (1) « Neues Jahrbuch f. Minerai », Stuttgart, 1907, pag. 256, del Prof. Volz di Breslavia, il quale ha compiuto uno studio speciale su quel distretto.