Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/451

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Appendice C. L’antichità dell’uomo I seguenti cenni di un discorso tenuto nell'Agosto 1912 dal Prof. A. Keitli sui « Problemi odierni relativi all’antichità dell’uomo », gioveranno ad illustrare lo stato attuale della quistione. Egli ha dapprima rammentato come nel 1859 Sir C. Lyell in una riunione di scienziati avesse annunziato che « apparir doveva entro brevissimo termine una opera del Sig. Carlo Darwin — il risultato di venti anni di osservazioni e di esperienza », e che negli ultimi anni si era andata accumulando l’evidenza di una probabilità che l’uomo fosse abbastanza antico per aver coesistito almeno col Mammouth della Siberia. La dottrina che Lyell ed i suoi compagni sostenevano allora a spada tratta, sebbene in quei tempi contrastata, è divenuta di poi l’opinione ortodossa della più grande maggioranza dei pensatori d’oggidl. II più gagliardo rappresentante di questa opinione ortodossa, il Prof. Boyd Dawkins, ritiene che l’uomo sia evoluto durante il periodo Pleistocenico, e sia quindi, da un punto di vista geologico, un’aggiunta recente alla fauna della terra. Un estimo medio della durata del periodo Pleistocenico sarebbe di 400.000 anni ; e l’opinione ortodossa ritiene che durante tutto quel periodo l’uomo, quale egli è adesso noto a noi, sia andato evolvendosi da una forma preistorica immatura.