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428 Lo sviluppo di un pianeta toli calcari — le loro deduzioni erano state contestate — essi avrebbero portata la storia dell'uomo moderno di un passo ancora più addietro nel periodo Pleistocenico. Se viene accettata come autentica tutta l’evidenza messa innanzi da coloro che hanno rintracciato l’uomo nelle età anteriori per mezzo di selci lavorati, od almeno che avessero apparenza di lavorazione per mano d’uomo, allora risulta possibile l’uomo del periodo Pliocenico. Se si esamina l’evidenza relativa al gruppo d’animali al quale l’uomo appartiene — cioè quello dei più alti primati — i fatti, per quanto ci sono noti, rendono impossibile l’esistenza dell’uomo nei periodi Eocenico ed Oligocenico, improbabile nel periodo Miocenico, ed intieramente possibile nel periodo Pliocenico. Finalmente se si prende in considerazione tutta l’evidenza relativa alle forme fossili dell’uomo, l’antichità della forma moderna di esso, è un problema tuttora insoluto. Il Prof. Keith è convinto che se si tien dietro all’uomo lo si trova quasi senza alterazioni almeno sino alla metà del Pleistocenico, quando esso era accompagnato da un’altra forma di uomo, quasi altrettanto distinta da esso, quanto lo è il gorilla dal scimpanzè. Ancora più addietro, al principio del Pleistocene, si sono trovate almeno due forme d’uomo — il Pre-Nean- derthaloide di Heidelberg ed il micro-cefalo di Già va — ma non si è conosciuto il rappresentante dell’uomo moderno a quel periodo primitivo (i). Tenendo calcolo di tutti i frammenti di evidenza, che si trovano attualmente a disposizione nostra, tenendo calcolo della tarda andatura dell’evoluzione umana, e delle grandi lacune esistenti fra le scarse memorie geologiche, pare al Prof. Keith che un uomo altrettanto elevato quanto lo è l’Australiano d'oggidì, (i) Vedasi Appendice D.