Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/71

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Sfere che si raffreddano Si Azione vulcanica della Luna. Quando tutte le spiegazioni delle caratteristiche della faccia della Luna sono state esaminate, noi dobbiamo ritornare per illustrarle ai semplici esempi della fusione di materiali noti a noi stessi, tali come il ferro, 0 la cera, 0 la lava. Noi dobbiamo sempre far fronte alla difficoltà preliminare che il raffreddamento di sfere celesti, possa anche non obbedire alle stesse leggi di raffreddamento, oppure non esibire gli stessi fenomeni. Ma noi dobbiamo (e noi possiamo) presumere che per un tempo assai lungo, dopo che una sfera celeste sia entrata nel suo stato liquido, debba procedere una separazione dei suoi vari materiali, ai loro vari punti di ebollizione. Noi possiamo inoltre presumere che quest’ebollizione mista di materiali stia verosimilmente per dare origine a configurazioni simili ad un vulcano oppure a crateri. Il sig. J. A. Brashear, che fece alcune esperienze, riferite dal prof. Pickering (1), ha trovato che se una massa di scoria di ferro del diametro di circa 4 piedi (m. 1,20) e del peso di circa 800 libbre (circa Kg. 360) fosse lasciata raffreddare, essa pressoché sempre formerebbe un cratere naturale di circa pollici 3 e i{2 di diametro (cm. 9). Il cratere appare solamente sulla sua superficie dopoché questa siasi solidificata. Il processo di contrazione, aiutato dai gaz rinchiusi, fa sì che l’interno liquido abbruci attraverso alla crosta e riversandosi sulla superficie abbia a co- strurre le mura perimetrali di un cratere. Allora il liquido si abbassa, lasciando in alcuni casi dei terrazzi. Il piano di poi si solidifica, qualche volta di nuovo aprendosi per tutto il suo spessore per formare pic- (1) «The Moon », dal Prof. W. H. Pickering, pag. 31 (Murray), 1903.