Pagina:Grew - Lo sviluppo di un pianeta, 1914.djvu/99

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Analogie planetarie 77 tali irregolarità di forma, dimensioni e direzione, da confutare pienamente la controversia di Lowell che la loro regolarità avesse a provare la loro origine artificiale. Il Prof. Simon Newcomb ha ulteriormente dimostrato che i canali di già registrati dal Prof. Lowell ci occupano pressoché due terzi dell’intiera superficie del pianeta. Il Prof. W. H. Pickering ha esposto che la credenza la più generalmente accettata tra agli astronomi si è che i canali siano dovuti a fessure volcaniche giacenti tra piccoli crateri sulla superficie di Marte (i). Del vapore d’acqua che sfugge da questi piccoli crateri e fessure nutre la vegetazione che è visibile ai telescopi del mondo. Quest’ultimo modo di vedere presenta il vantaggio di spiegare pure qualcuno dei « canali » sulla Luna, i quali, veduti col mezzo di un piccolo telescopio, sono molto simili a quelli osservati su Marte. Pickering aggiunge che essi attraversano dei cambiamenti, nel corso del lungo giorno lunare, simili a quelli che sono esibiti dai canali di Marte nel corso dell’anno Marziano, e differiscono da questi ultimi soltanto nel fatto che essi sono su scala molto più piccola. Attraverso ad un grande teloscopio e con condizioni atmosferiche molto buone per l’osservazione, i piccoli crateri e le fessure attorno ai quali sono formati i laghi lunari ed (i) Veder pure E. M. Antoniadi, « Nature », 5 Gennaio. 1911, pag. 305. « Al 21 Settembre, 1909, io stabilii che codesti geometrici ragliateli non esistono (‘Journal of British Ast. Association, ’ Voi. XX, pag. 141). Al 3 gennaio 1910, il Prof. Hale proclama l’apparenza perfettamente naturale del pianeta nel riflettore di Monte Wilson (di 60 pollici = m. 1,50), il quale strumento si è di gran lunga il più perfetto e potentissimo che sia mai stato costrutto, e proclama la totale assenza di linee rette (‘Journal Brit. Ast. Association, Voi. XX, pag. 192)».