Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/200

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se l’ho da sparger io? Misero figlio!

perché ti generai? perché nascesti?
A te dunque la vita
salvò l’onda pietosa,
perché te la togliesse il crudo padre?
Santi numi immortali,
senz’il cui alto intendimento eterno
né pur in mar un’onda
si move o in aria spirto o in terra fronda,
qual si grave peccato
ho contra voi commesso, ond’io sia degno
di venir col mio seme in ira al cielo?
Ma, s’ho pur peccat’io,
in che peccò il mio figlio?
Ché non perdoni a lui,
e con un soffio del tuo sdegno ardente
me, folgorando, non ancidi, o Giove?
Ma, se cessa il tuo strale,
non cesserá il mio ferro.
Rinnoverò d’Aminta
il doloroso esempio,
e vedrá prima il figlio estinto il padre,
che ’l padre uccida di sua mano il figlio.
Mori dunque, Montano! Oggi morire
a te tocca, a te giova.
Numi, non so s’io dica
del cielo o dell’inferno,
che col duolo agitate
la disperata mente,
ecco, il vostro furore,
poi che cosi vi piace, ho giá concetto.
Non bramo altro che morte; altra vaghezza
non ho che del mio fine.
Un funesto desio d’uscir di vita
tutto m’ingombra e par che mi conforte.
A la morte ! a la morte !