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le femmine e i fanciulli : i nostri petti

sien anche ne l’amar virili e forti.
Un tempo anch’io credei che, sospirando
e piangendo e pregando, in cor di donna
si potesse destar fiamma d’amore,
Or me n’avveggio: errai; ché, s’ella il core
ha di duro macigno, indarno tenti
che per lagrima molle o lieve fiato
di sospir che ’l lusinghi, arda o sfaville,
se rigido focil noi batte o sferza.
Lascia, lascia le lagrime e i sospiri,
s’acquisto far de la tua donna vuoi ;
e s’ardi pur d’inestinguibil foco,
nel centro del tuo cor quanto piú sai
chiudi l’affetto; e poi, secondo il tempo,
fa’quel ch’Amore e la natura insegna.
Però che la modestia è nel sembiante
sol virtú de la donna, e però seco
il trattar con modestia è gran difetto;
ed ella, che si ben con altrui l’usa,
seco usata, l’ha in odio, e vuol che ’n lei
la miri si, ma non l’adopri il vago.
Con questa legge naturale e dritta,
se farai per mio senno, amerai sempre.
Me non vedrá né proverá Corisca
mai piú tenero amante, anzi piú tosto
fiero nemico, e sentirá con armi
non di femmina piú, ma d’uom virile,
assalirsi e trafiggersi. Due volte
l’ho presa giá questa malvagia, e sempre
m’è, non so come, da le mani uscita;
ma, s’ella giunge anco la terza al varco,
ho ben pensato d’afferrarla in guisa
che non potrá fuggirmi. A punto suole
tra queste selve capitar sovente,
ed io vo pur, come sagace veltro,