Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/102

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ripiego, di che l’Asino gli dava lo addentellato, chiamò l’araldo Tolemide dalla voce di Stentore e gli commise bandisse: posassero gli animi agitati, essere nato il tumulto a cagione della fuga dell’Asino, tale e tale, (e qui disse i segni) chiunque lo riportasse al cappellano dello esercito avrebbe ricevuto di mancia un talento di argento439. I soldati presero a vicenda a proverbiarsi sopra la inane paura e da quel giorno in poi pei repentini rumori inalberarono meno.

Al contrario pei loro rei costumi venutimi in uggia i Romani ne mandai a male i disegni e gli consegnai in mano ai barbari come un campo di biada ai falciatori. — Gli Avari capitanati dal Cane Baiano, invasa la Tracia, avevano messo le tende vicino all’Emo; di ciò avvertiti i Romani, notte tempo avvisando sorprenderli, si cacciano cheti per una forra strettissima. L’ordine della marcia era su due file, i bagagli e i Somieri in mezzo. Ormai presso alla foce stavano per isboccare nella campagna aperta, quando io inteso a fare che la impresa fallisse stramazzai bocconi a terra ingombrando il cammino. Il bagaglione, non accorto del caso, essendo ito avanti, fu chiamato dai sorvegnenti, i quali non si potevano inoltrare per rimettere in piedi la bestia, co’ gridi: — retorna, retorna fratre! — Queste parole passando per le tenebre di bocca in bocca fecero dubitare che, trovato