Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/152

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Gli annali del genere umano fanno prova come la fedeltà dei Cani superasse quella delle mogli; ma che diavolo favello io fedeltà? Al fiero talento delle donne odiatrici i mariti non trovarono riparo che bastasse fuori del Cane; e quella Tebe consorte di Alessandro Fereo non sarebbe venuta a capo di ammazzarlo nel talamo, dove l’improvvido marito dormiva, se non avesse atteso ella prima ad allontanare il Cane custode495. Però un Cane pronipote di questo, posto a guardia dei penetrali di Nicomede re di Bitinia, sbirciando dall’uscio socchiuso come la sua moglie Consigi lo provocasse alla ginnastica di Ciprigna con gesti di soverchio veementi, memore degli aviti ricordi ed erede dei sospetti domestici, avventatosele addosso, la sbranò496. Questo esempio mi parve bene riferire, affinchè le femmine coniugate o no, quando si accingono a cosiffatte faccende, si chiudano l’uscio dietro, tenendo sempre davanti gli occhi che il minor male cui elleno vadano incontro con la porta aperta, è di trovarsi sbranate dai Cani, e non vi paia poco.

Ma ritorniamo a discorrere di benevolenza non imposta da obbligo alcuno sia di parentela, sia per vincolo matrimoniale, ovvero in ragione di gratitudine. Ermia garzoncello, mentre con meno riguardo fende il mare spumante sul dorso dello amico Delfino annega; ripescato e condotto alla spiag-