Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/27

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Italia non emigra alcuno in cerca di Libertà; dunque, come due e due fanno quattro, la è manifesta che gli uomini pregiano meno, la Libertà, delle patate; poichè queste gli fanno andare a l’altra no. Ma vi è di più; moltissimi fra coloro che finsero affaticarsi maggiormente per la Libertà, fuorusciti che furono, supplicarono a mani giunte di tornare nel paese dove l’avevano strozzata. Mancava terra al mondo per esserci sepolti? Come vi basta il cuore di andare ad assistere al supplizio quotidiano di vostra madre? Voi foste non amatori della Libertà, bensì giucatori di lotto ed ora che la sorte vi è uscita contraria, bassamente importuni pretendete che vi rendono indietro la messa. Senza congiure, senza sangue, se un popolo travagliato dalla tirannide si togliesse volontario esilio recando seco i padri su le spalle, i figliuoli per la mano, le ossa degli avi ed i penati in seno, l’odiato padrone dove troverebbe i birri, i giudici ed i soldati? Regni sopra la solitudine che ha fatta. Narrasi come certo giorno il buffone di Filippo II, temutissimo fra i re cristiani per modo, che lo appellassero demonio meridiano, così lo interrogasse: — di’, babbo, se i tanti milioni di popoli che adesso ti dicono di sì, ad un tratto tutti d’accordo ti dicessero di no; fra noi due quale sarebbe più buffone, tu od io? — Il