Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/97

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i Turchi entrano in Costantinopoli. — Minchionerie! dice l’imperatore, ti crederei se i tuoi Pesci arrostiti si rituffassero nell’acqua. — Appena ebbe ciò detto, i Pesci saltano dalla gratella nella fontana e il vecchio sparisce. Allora Costantino corse indietro e arrivato alla porta Silivria conobbe pur troppo vero l’infortunio, colà combattendo disperatamente, un Arabo l’uccise434.

E meglio dei pesci riuscirono profeti i Topi, non dico da paragonarli a Baruc, e ad altri cotali che vanno per la maggiore, ma la batte lì. Di vero la Talpa a notte perpetua condannata, e come quella che, amica delle dimore tenebrose assai frequenta le tombe, par fatta a posta pei misteri della religione, così corse comune credenza presso gli antichi, che chiunque mangiasse il suo cuore fresco avrebbe acquistalo notizia del futuro. Non cade dubbio di sorte, che i Topi rodendo gli scudi di argento a Lanuvio presagissero la guerra dei Marsi e la morte del generale Carbone, quando gli rosero le scarpe a Chiusi435.

Claudio Marcello, finchè sentì che un Bove aveva mandato fuori voce umana ed un bambino venuto al mondo col capo di Elefante, non estimò cotesti augurii un lupino; quando poi intese, dai Topi essere stato roso l’oro del tempio di Giove, esclamò: — sono fritto! — ed acconciate le cose