Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/141

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dite la verità

cando frasi da contrapporre a frasi, parole da combattere parole, senza avvedersi che, intanto, dalle teorie astrattamente avverse passavano senza volerlo ad un’avversità più profonda ed insanabile: quella delle anime e quella dei corpi.

Fausta, più delicata e sensibile, si sentiva talvolta, dopo uno di questi diverbii futili ed asprigni, quasi più ostile a suo marito che se lo avesse sorpreso in colpa, o lo vedeva avvicinarsi avido a lei con una specie di confusa insofferenza, come se le fosse divenuto d’un tratto estraneo e indifferente.

— Si direbbe che ti faccio ribrezzo, — le osservava allora Massimiliano per quel suo funesto bisogno di esprimere sempre in chiare e sonanti parole la più fuggevole delle sue impressioni.

E sua moglie era costretta a riconoscere che in quell’osservazione c’era forse già lontanamente qualche cosa di vero, ma mentiva a lui e a sè medesima rispondendo con finta semplicità:

— Come puoi pensare una simile enormità, Massimiliano? Lo sai che ti amo come il primo giorno.

Intanto la signora Fausta s’annoiava prodigiosamente in quella grande casa circondata da un immenso giardino folto d’ombre come un

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