Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/153

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dite la verità

conquista le adulazioni lusingatrici di quel bel giovane che l’amava o che fingeva d’amarla, restando tuttavia in guardia contro di lui e contro se stessa, pronta a liberarsene al primo gesto d’audacia, al primo sentore di pericolo.

Continuarono così giorni e giorni in questa innocua schermaglia sentimentale dalla quale traevano almeno il vantaggio di non annoiarsi soverchiamente nella esistenza piuttosto monotona che loro offriva il soggiorno alla Villa del Salici.

La interrompeva talvolta qualche passeggiata in automobile nei dintorni assai poco pittoreschi della cittadina ed allora Fausta sedeva accanto a Furio che guidava la macchina, senza curarsi di Massimiliano il quale, dietro le loro spalle, si stringeva esageratamente al fianco di Silvia.

Fu appunto al ritorno da una di queste gite che Furio Artali trovò un telegramma urgente da cui veniva chiamato prontamente in città per un affare d’importanza. La partenza fu decisa pel mattino seguente fra le irose esclamazioni di Massimiliano e il rammarico veramente sincero manifestato degli aitri.

Avevano passati venti giorni di vita in comune, e Fausta, Furio e Silvia, da persone corrette, cortesi e disposte a qualche amabile dissimulazione, s’erano reciprocamente alleggerito il tedio d’una villeggiatura senza risorse e d’una casa senza allegria. Quanto a Massimiliano, de-

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