Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/205

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come guarì luciana vannelli

in camera sua e che il letto pareva intatto dal giorno innanzi, questa non intese subito il significato di tali parole.

— La signorina si sarà alzata presto per fare una passeggiata all’aria fresca del mattino. Stava poco bene ieri sera, — le rispose con tranquillità, stirando le braccia fuor delle coltri e prendendo quindi dal vassoio che la ragazza le porgeva la tazza di caffè fumante.

— No, signora, nessuno ha dormito in quel letto. Io supponevo che la signorina avesse preferito la stanza dei forestieri perchè è più grande ma anche quella è vuota.

La signora inghiottì d’un fiato il caffè e il colpo con cui posò la tazza sul vassoio fu così violento che la cameriera barcollò.

— Tu hai semplicemente le traveggole, ragazza mia.

Questa sollevò le spalle con una smorfia ed un gesto di tranquilla impertinenza, e senz’altre parole si volse, ed uscì, richiudendo dietro di sè la porta per precipitarsi a commentare il fatto in cucina, dove la stupefacente notizia s’era già sparsa.

Ma un colpo reiterato di campanello la richiamò. La signora, avvolta in una vestaglia rossa nella quale si espandeva libera dalle strettoie del busto la sua matura corpulenza, s’aggirava con l’irosa inquietudine di una furia nella camera di

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