Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/254

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amalia guglielminetti


Mentre sfioravano una piccola insenatura scogliosa che comunicava per un breve passaggio sotterraneo col parco dell’Abbazia ella disse con indifferenza:

— Verrò qui uno dei prossimi giorni ad incominciare la mia cura di bagni di mare. La stagione è già propizia.

— Aspetti l’arrivo di mio fratello prima di mettersi a fare l’ondina. Vi terrete compagnia, — le consigliò Jacopo celiando; ed abbandonò i remi per accendere una sigaretta.

Ma la baronessa scosse il capo con un sorriso un po’ acre:

— Preferisco fare l’ondina in solitudine. È più consigliabile alla mia età.

— Badi che questa scogliera è pericolosa, — l’avvertì il giovane tra una boccata e l’altra di fumo. — L’acqua è così fonda che chi v’annega non ne esce più nè vivo nè morto.

— Un posto ideale per i candidati al suicidio, — osservò Anna Maria distrattamente, ma la piccola Elda rabbrividì, poi rise e abbracciando Jacopo gli annunziò con una scherzevole tragicità:

— Se tu mi tradirai verrò a buttarmi da questi scogli.

Approdarono al tramonto tra un cielo pieno di fiamme ed un mare sfolgorante di riflessi d’oro; e la baronessa s’appoggiò al braccio di

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