Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/255

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l'ombra che scende

sua figlia per risalire il lungo viale della villa, tanto si sentiva stanca. Durante la serata ella s’irrigidì più volte contro una specie di torpore letargico che la invadeva e le oscurava quasi la coscienza, ma a notte fatta si ritirò nelle sue camere e riscuotendosi da ogni debolezza ripassò con cura la sua corrispondenza, distrusse parecchie carte, lacerò tutti i suoi ritratti quindi si pose a scrivere per sua figlia un piccolo testamento in forma di lettera con la data anteriore di alcune settimane nel quale ella si dichiarava esultante di materna gioia per le sue prossime nozze con Jacopo Reaziani e piena di fiducia pel felice esito di quell’unione, legava ad essi l’intera sua sostanza e li abbracciava benedicendoli entrambi.

All’alba si pose a letto e protrasse il suo pesante sonno fino ad alta mattina, poi s’alzò aiutata dalla sua fedele cameriera Clelia e quando scese a colazione si scusò del ritardo coi fidanzati, i quali l’aspettavano con giovanile impazienza.

— Sei un po’ abbattuta, — le osservò Elda carezzandole una spalla con tenerezza ansiosa.

— Ero alquanto agitata e ho dormito poco e male, — ella rispose rendendole la carezza. — Ma oggi farò un bagno di mare e ciò calmerà immediatamente i miei vervi.

— Non s’era decisa per oggi una gita in


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