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V

[Del modo di ordinare il governo popolare]1.

Due ragione principale mi fanno credere che la nostra cittá in processo di non molti anni, se Dio evidentemente non la aiuta, abbi a perdere la libertá e stato suo. La prima, che doppo tanti naufragi delle cose di Italia e poi che questi principi aranno combattuto assai, pare ragionevole che in qualcuno sia per rimanere potenzia grande, el quale cercherá di battere e’ minori e forse ridurre Italia in una monarchia; il che ancora mi è piú capace, considerando con quanta fatica al tempo che in Italia non erano principi esterni si difendeva la commune libertá, ora quanto piú sará difficile, avendo si grandi uccelli nelle viscere sue; ed in questo caso io veggo le cose nostre in grave periculo, perché noi non abbiamo forze sufficienti a difenderci, vivendo disarmati e trovandosi la cittá, a rispetto de’ tempi passati, con pochi danari, per essere declinate le mercatantie, e’ quali ci hanno piú volte tenuti vivi.

La seconda ragione è che el vivere nostro civile è molto difforme da uno ordinato vivere di una buona republica, cosi

  1. Prima del testo si legge di mano dell’autore, la seguente annotazione scritta con diverso inchiostro e probabilmente in epoca posteriore: In Spagna l’anno 1512 ed ero presso alla fine quando ebbi nuove che e’ Medici erano entrati in Firenze.