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del modo di ordinare il governo popolare 219


nelle cose che concernono la forma del governo, come nelli altri costumi e modi nostri: una amministrazione che porta pericolo o di non diventare tirannide, o di non declinare in una dissoluzione populare; una licenzia universale di fare male con poco respetto e timore delle legge e magistrati; non essere aperta via agli uomini virtuosi e valenti di mostrare ed esercitare la virtú loro, non proposti premi a quegli che facessino buone opere per la republica; una ambizione universale in ognuno a tutti li onori, ed una presunzione di volersi ingerire in tutte le cose publiche di qualunque importanzia; gli animi degli uomini effeminati ed enervati e vólti a uno vivere delicato e, rispetto alle facultá nostre, suntuoso; poco amore della gloria ed onore vero, assai alle ricchezze e danari. Queste ragione mi fanno male sperare di noi ma non desperare, perché io crederrei che se ne potessi sanare una gran parte e che se fiene la cura è molto difficile, non sia però impossibile.

Non veggo giá che una legge o dua particulare possino fare frutto, ma saria necessario fare uno cumulo di ogni cosa e ridurre tutta questa massa in una materia, e di poi riformarla e ridistinguerla tutta a uso di chi fa cose da mangiare di pasta: che se la prima bozza non viene bene, fa uno monte di tutto e riducela in una forma nuova; a esemplo ancora de’ buoni medici, e’ quali quando truovono uno corpo pieno di molte malattie ed in modo che non lo possono reggere con una intenzione particulare, attendono con medicine a resolvere tutte le male cause e fare una disposizione nuova di tutto el corpo, il che se bene è difficile ed ha bisogno di buono medico, pure non è impossibile. Bene è vero che meglio riesce in uno giovane che in uno vecchio, il che piú mi sbigottisce, essendo la citta nostra oramai antica; nondimeno non mi dispererei, se qualche ingegno generoso vi aplicassi lo animo, e vi ponessino li uomini savi quella industria che pongono molte volte nel fare ricchezze e fare male, il che doverrebbono fare con tanto piú ardore quanto la cosa per la difficultá sua e’ sarebbe di maggiore gloria.