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del modo di ordinare il governo popolare 257


uno a tempo del loro magistrato, per non dare causa che simile cimento si avessi a fare ogni giorno.

Crederrei che con questi modi ed ordini fussino medicati molti difetti ed inconvenienti del vivere e del governo nostro, perché secondo questa forma si distribuirebbono e’ magistrati assai convenientemente; le cose importanti dello stato si consulterebbono dalli uomini savi e primi della cittá; arebbono e’ cittadini virtuosi grado ed autoritá assai ragionevole, e non però tanta che fussi periculosa o suspetta alla libertá; e la facilitá del punire e’ delitti porrebbe freno assai alli uomini cattivi e desiderosi di usurpare el privato o el publico. Tutte queste cose farebbono se non una perfetta instituzione di republica, almeno piú che mediocre; perché a volerla condurre in maggiore grado bisognerebbe venire alla radice delle delicatezze e mollizie delli animi nostri che fanno li omini effeminati e danno causa a infiniti mali; bisognerebbe tagliare el tanto prezio, la tanta riputazione in che sono le ricchezze, lo appetito inmoderato delle quali leva el desiderio della vera gloria, aliena li animi dal cercare le virtú e li introduce in mille usurpazione ed in mille disonestá. Sono questi disordini molto universali in ognuno, molto abituati, né solo sparsi per la cittá nostra ma per tutto el mondo, dove non è rimasto se non uno ardore di arricchire o di usare le ricchezze in mali usi e delicatamente. Né incomincia questa corruttela oggi nel mondo, ma è durata giá molti e molti secoli, di che fanno fede li scrittori antichi che tanto detestano ed esclamano contro a’ vizi delle etá loro.

Rimedi ci sono forse qualcuni per potere un poco moderare questi mali, ma non giá tanti che e’ faccino effetto notabile in una malattia si universale, si vecchia e tanto radicata nelle menti delli uomini. Bisognerebbe a tagliarla el coltello di Licurgo, el quale estirpò in uno di da Lacedemone tutte le ricchezze e suntuositá, accumulando insieme le facultá di tutti, dividendole di poi per equali parte, vietando e’ danari, levando tutti li usi perché le ricchezze si desiderano, di suntuositá, di conviti, di copia di servi, di bellezza di veste e