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18 storia d'italia


IV

Il reame di Napoli fino a Ferdinando ed i diritti di successione della casa d’Angiò. Ambizione di Carlo VIII sul reame e sollecitazioni di Lodovico Sforza. Disposizione contraria all’impresa de’ grandi del regno di Francia. Patti conclusi fra Carlo VIII e Lodovico Sforza. Considerazioni dell’autore.

Il reame di Napoli, detto assurdamente nelle investiture e bolle della chiesa romana, della quale è feudo antichissimo, il regno di Sicilia di qua dal Faro, fu, come occupato ingiustamente da Manfredi, figliuolo naturale di Federigo secondo imperadore, conceduto in feudo insieme con l’isola della Sicilia, sotto titolo delle Due Sicilie, l’una di qua l’altra di lá dal Faro, insino nell’anno mille dugento sessantaquattro, da Urbano quarto pontefice romano a Carlo conte di Provenza e di Angiò, fratello di quello Lodovico re di Francia che, chiaro per la potenza ma piú chiaro per la santitá della vita, meritò di essere ascritto dopo la morte nel numero de’ santi. Il quale avendo con la possanza dell’armi ottenuto effettualmente quello di che gli era stato conferito il titolo con l’autoritá della giustizia, si continuò dopo la morte sua il regno di Napoli in Carlo suo figliuolo, chiamato dagli italiani, per distinguerlo dal padre, Carlo secondo; e dopo lui in Ruberto suo nipote. Ma essendo dipoi, per la morte di Ruberto senza figliuoli maschi, succeduta Giovanna figliuola di Carlo duca di Calavria, il quale giovane era morto innanzi al padre, cominciò presto a essere dispregiata, non meno per l’infamia de’ costumi che per la imbecillitá del sesso, l’autoritá della nuova reina. Da che essendo nate in progresso di tempo varie discordie e guerre, non però tra altri che tra i discendenti medesimi di Carlo primo, nati di diversi figliuoli di Carlo secondo, Giovanna, disperando di potersi altrimenti difendere, adottò per figliuolo Lodovico duca di Angiò, fratello di Carlo quinto re di Francia, quello a cui, per avere, con fare piccola esperienza della fortuna, ottenuto molte vittorie, dettono i