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14 storia d'italia

frutto alcuno; ma in capo di tre dí ne fece dare un’altra con le forze di tutto il campo, della quale il primo assalto toccò a Vitellozzo e agli Orsini, che scelto il fiore de’ loro soldati assaltorno con grande virtú e con grande ordine, spingendosi tanto innanzi che talvolta ebbono speranza di ottenere. Ma non era minore il valore di quegli di dentro e gagliarda la riparazione fatta da loro, in modo che trovandosi gli assaltatori avere innanzi a sé uno fosso grande, ed essendo battuti per fianco da molta artiglieria, furono costretti a ritirarsi; e vi restò morto di loro Ferrando da Farnese e molti uomini di conto, e numero grande di feriti. E nondimeno i faventini, avendo ricevuto danno non piccolo in questo assalto, cominciorono talmente a considerare come alla fine, abbandonati da ciascuno, potessino contro a tanto esercito sostenersi, e con quanto danno e male condizioni verrebbono o espugnati per forza o costretti per l’ultima necessitá a darsi in potestá del vincitore, che, raffreddato tanto ardore e sottentrando la paura, si arrenderono, pochi dí poi, al Valentino; salvo l’avere e le persone, e pattuita la libertá di Astore suo signore, e che gli fusse lecito di andare dove gli paresse, rimanendogli salva l’entrata delle proprie possessioni. Le quali cose Valentino, quanto agli uomini di Faenza, osservò fedelmente: ma Astore, che era minore di diciotto anni e di forma eccellente, cedendo l’etá e la innocenza alla perfidia e crudeltá del vincitore, fu, sotto specie di volere rimanesse nella sua corte, ritenuto appresso a lui, con onorevoli dimostrazioni; ma non molto tempo poi condotto a Roma, saziata prima (secondo si disse) la libidine di qualcuno, fu occultamente insieme con uno suo fratello naturale privato della vita.

Acquistato che ebbe il Valentino Faenza si mosse verso Bologna, avendo in animo non solo di occupare quella cittá ma di molestare dipoi i fiorentini; i quali erano in molta declinazione, essendosi allo sdegno primo del re di Francia aggiunte nuove cagioni. Conciossiaché, affaticati dalle gravi spese che aveano fatte e che continuamente erano necessitati di fare, per la guerra co’ pisani e per il sospetto che aveano delle forze