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206 storia d'italia

ritenuto il desiderio di essere a parlamento col re di Aragona, il quale si preparava per ritornare in Spagna, intento tutto a riassumere il governo di Castiglia. Perché, essendo inabile Giovanna sua figliuola a tanta amministrazione, non tanto per la imbecillitá del sesso quanto perché, per umori melanconici che se gli scopersono nella morte del marito, era alienata dello intelletto, e inabili ancora per la etá i figliuoli comuni del re Filippo e di lei, de’ quali il primogenito non arrivava al decimo anno, era Ferdinando desiderato e chiamato a quel governo da molti, per la memoria di essere stati retti giustamente, e fioriti per la lunga pace quegli regni sotto lui: e accrescevano questo desiderio le dissensioni giá cominciate tra’ signori grandi, e l’apparire da molte parti segni manifestissimi di future turbazioni. Ma non meno era desiderato dalla figliuola, la quale, non essendo nell’altre cose in potestá di se medesima, stette sempre costante in desiderare il ritorno del padre, negando, contro alle suggestioni e importunitá di molti, ostinatamente, di non sottoscrivere di mano propria in espedizione alcuna il nome suo, senza la quale soscrizione non avevano secondo la consuetudine di quegli regni i negozi occorrenti la sua perfezione.

Per queste cagioni partí il re d’Aragona del regno di Napoli, non vi essendo dimorato piú che sette mesi, né avendo sodisfatto alla espettazione grandissima che si era avuta di lui; non solo per la brevitá del tempo, e perché difficilmente si può corrispondere a’ concetti degli uomini il piú delle volte non considerati con la debita maturitá né misurati con le debite proporzioni, ma perché se gli opposono molte difficoltá e impedimenti, per i quali né per il comodo universale d’Italia fece cosa alcuna degna di laude o di memoria, né fece utilitá o beneficio alcuno nel regno di Napoli: perché alle cose d’Italia non lo lasciò pensare il desiderio di ritornare presto nel governo di Castiglia, fondamento principale della grandezza sua, per il quale era necessitato fare ogni opera per conservarsi amici il re de’ romani e il re di Francia, acciò che l’uno con l’autoritá di essere avolo de’ piccoli