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228 | storia d'italia |
potestá loro, per mancare mai di quegli uffici e di quella reverenza che convenisse al senato viniziano di usare verso uno tanto principe, e col quale non avevano mai avuto altro che amicizia e congiunzione. Né per questo procederono col re di Francia a nuove confederazioni e obligazioni, desiderando mescolarsi il meno potevano nella guerra tra loro, e sperando che forse Massimiliano, per non si accrescere difficoltá, lasciati stare in pace i confini loro, volterebbe l’armi sue o nella Borgogna o contro allo stato di Milano.
XI
Ma al re de’ romani, rimasto senza speranza d’avere i viniziani congiunti seco, cominciorono a succedere nuove altre difficoltá; le quali benché si ingegnasse superare con la grandezza de’ suoi concetti, facili a promettersi sempre maggiori le speranze che gli impedimenti, nondimeno ritardavano grandemente gli effetti de’ suoi disegni; perché né per se medesimo aveva danari che gli bastassino a condurre i svizzeri e fare tante altre spese che erano necessarie a tanta impresa, né il sussidio pecuniario che gli aveva promesso la dieta era tale che potesse supplire a una minima parte della voragine della guerra; e quello fondamento in sul quale, insino da principio, aveva sperato assai, che le comunitá e i signori d’Italia avessino, per il terrore del nome e della venuta sua, a comporre seco e sovvenirlo di danari, si andava ogni dí piú difficultando. Perché se bene nel principio vi fussino stati inclinati molti, nondimeno, non avendo corrisposto le conclusioni della dieta di Gostanza alla espettazione che la impresa avesse a essere