Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/150

Da Wikisource.
144 storia d'italia

né prelati né procuratori; con tutto che, oltre a tante promesse fatte prima, avesse affermato al cardinale di San Severino, e continuamente affermasse al re di Francia, volergli mandare: anzi, nel tempo medesimo, o allegando per scusa, o essendone fatto capace da altri, non essere secondo la sua degnitá mandare al concilio pisano i prelati degli stati propri se il medesimo non si faceva in nome di tutta la nazione germanica, aveva convocati in Augusta i prelati di Germania per deliberare come nelle cose di quel concilio si dovesse comunemente procedere; affermando però a’ franzesi che con questo mezzo gli condurrebbe tutti a mandarvi. Tormentava anche l’animo del re colla varietá del suo procedere: perché, oltre alla freddezza dimostrata nelle cose del concilio, prestava apertamente l’orecchie alla concordia co’ viniziani, trattata con molte offerte dal pontefice e dal re di Aragona; da altra parte, lamentandosi del re cattolico che non si fusse vergognato di contravenire sí apertamente alla lega di Cambrai, e che in questa nuova non confederazione ma prodizione l’avesse nominato come accessorio, proponeva a Galeazzo da San Severino d’andare a Roma personalmente come inimico del pontefice, ma somministrandogli il re parte del suo esercito e quantitá grandissima di danari: e nondimeno non proponendo queste cose con tale fermezza che e’ non fusse dubbio quel che, sodisfatto eziandio di tutte le sue dimande, avesse finalmente a deliberare.

Dunque, nel petto del re combattevano le consuete sospensioni: che Cesare abbandonato da lui si unirebbe con gli inimici; a sostentarlo, si comperava la sua congiunzione con prezzo smisurato il quale non si sapeva che frutto avesse a partorire, conoscendosi, per l’esperienza del passato, che spesso gli nocevano piú i propri disordini che giovassino le forze, né sapendo il re in se medesimo determinarsi quali gli avessino piú a nuocere in questo tempo, o i successi prosperi o gli avversi di Cesare. Aiutava quanto poteva la sua sospensione il re cattolico; dando speranza, per farlo procedere piú lentamente a’ provedimenti della guerra, che l’armi non si