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libro decimo - cap. xii 175

solevano, e molto piú perché avendogli ricercati che prorogassino la lega che finiva fra pochi mesi, senza dimandare danari o altre gravi obligazioni, andavano differendo, per essere liberi a pigliare i partiti che a quel tempo fussino giudicati migliori. La quale disposizione volendo augumentare il pontefice, né dare causa che la troppa asprezza sua gli inducesse a seguitare coll’armi la fortuna del re di Francia, concedette loro, senza che in nome publico la dimandassino, l’assoluzione dalle censure; e mandò nunzio a Firenze con umane commissioni Giovanni Gozzadini bolognese uno de’ cherici della camera apostolica, sforzandosi d’alleggerire il sospetto che aveano conceputo di lui.

Vedendosi adunque il re solo contro a tanti, o dichiaratisegli inimici o che erano per dichiararsi, né conoscendo potere se non molto difficilmente resistere se in uno tempo medesimo concorressino tante molestie, comandò a Fois che con quanta piú celeritá potesse andasse contro all’esercito degli inimici, de’ quali per essere riputati manco potenti dell’esercito suo si prometteva la vittoria; e che vincendo, assaltasse senza rispetto Roma e il pontefice, il che quando succedesse gli pareva rimanere liberato da tanti pericoli; e che questa impresa, acciò che si diminuisse l’invidia e augumentassinsi le giustificazioni, si facesse in nome del concilio pisano, il quale deputasse un legato che andasse nell’esercito, [e] ricevesse in suo nome le terre che si acquistassino.


XII

Le forze del Fois, suo desiderio di affrontare i nemici, e ritirata di questi. Il re di Francia ordina di affrettare l’azione, per la tregua conclusa fra Massimiliano e i veneziani. Presa e sacco di Russi. L’esercito francese sotto Ravenna. Vano assalto alla cittá difesa da Marcantonio Colonna.

Mossosi adunque Fois da Brescia, venne al Finale, ove poiché per alcuni dí fu gfvsoggiornato per fare massa di vettovaglie le quali si conducevano di Lombardia, e per raccorrecx v