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176 storia d'italia

tutte le genti che il re aveva in Italia, eccetto quelle che per necessitá rimanevano alla guardia delle terre, impedito ancora da’ tempi molto piovosi, venne a San Giorgio nel bolognese: nel quale luogo gli sopravennono, mandati di nuovo di Francia, tremila fanti guasconi mille venturieri e mille piccardi, eletti fanti e appresso a franzesi di nome grande: di maniera che in tutto, secondo il numero vero, erano seco cinquemila fanti tedeschi cinquemila guasconi e ottomila parte italiani parte del reame di Francia, e mille secento lancie, computando in questo numero i dugento gentiluomini. A questo esercito si doveva congiugnere il duca di Ferrara, con cento uomini d’arme dugento cavalli leggieri e con apparato copioso di ottime artiglierie: perché Fois, impedito a condurre le sue per terra dalla difficoltá delle strade, l’aveva lasciate al Finale. Veniva medesimamente nell’esercito il cardinale di San Severino, diputato legato di Bologna dal concilio, cardinale feroce e piú inclinato all’armi che agli esercizi o pensieri sacerdotali. Ordinate in questo modo le cose si indirizzò contro agli inimici, ardente di desiderio di combattere cosí per i comandamenti del re, che ogni dí piú lo stimolava, come per la ferocia naturale del suo spirito e per la cupiditá della gloria, accesa piú per la felicitá de’ successi passati; non perciò traportato tanto da questo ardore che avesse nell’animo di assaltargli temerariamente, ma appropinquandosi a’ loro alloggiamenti tentare se spontaneamente venissino alla battaglia in luogo dove la qualitá del sito non facesse inferiori le sue condizioni, o veramente, con impedire le vettovaglie, ridurgli a necessitá di combattere. Ma molto differente era la intenzione degli inimici; nell’esercito de’ quali, poi che sotto scusa di certa quistione se ne era partita la compagnia del duca di Urbino, essendo, secondo si diceva, mille quattrocento uomini d’arme mille cavalli leggieri e settemila fanti spagnuoli e tremila italiani soldati nuovamente, e riputandosi che i franzesi oltre all’eccedergli di numero avessino piú valorosa cavalleria, non pareva loro sicuro il combattere in luogo pari, almeno insino a tanto non sopravenissino seimila svizzeri, i