Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/183

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libro decimo - cap. xii 177

quali avendo di nuovo consentito i cantoni di concedere, si trattava a Vinegia (dove per questo erano andati il cardinale sedunense e dodici imbasciadori di quella nazione) di soldargli a spese comuni del pontefice e de’ viniziani. Aggiugnevasi la volontá del re d’Aragona, il quale per lettere e per uomini propri aveva comandato che, quanto fusse in potestá loro, s’astenessino dal combattere; perché, sperando principalmente in quello di che il re di Francia temeva principalmente, cioè che, differendosi insino a tanto che dal re di Inghilterra e da lui si cominciasse la guerra in Francia, sarebbe quel re necessitato a richiamare o tutte o la maggiore parte delle genti di lá da’ monti, e conseguentemente si vincerebbe la guerra in Italia senza sangue e senza pericolo: per la quale ragione arebbe, insino da principio, se non l’avessino commosso la instanza e le querele gravi del pontefice, proibito che si tentasse la espugnazione di Bologna. Dunque, il viceré di Napoli e gli altri capitani aveano deliberato di alloggiare sempre propinqui allo esercito franzese, perché non gli rimanesse in preda le cittá di Romagna e aperto il cammino di andare a Roma, ma porsi continuamente in luoghi sí forti, o per i siti o per avere qualche terra grossa alle spalle, che i franzesi non potessino assaltargli senza grandissimo disavvantaggio; e perciò non tenere conto né fare difficoltá di ritirarsi tante volte quante fusse di bisogno, giudicando, come uomini militari, non doversi attendere alle dimostrazioni e romori ma principalmente a ottenere la vittoria, dietro alla quale séguita la riputazione la gloria e le laudi degli uomini: per la quale deliberazione, il dí che l’esercito franzese alloggiò a Castelguelfo e a Medicina, essi che erano alloggiati appresso a detti luoghi si ritirorono alle mura d’Imola. Passorno il dí seguente i franzesi un miglio e mezzo appresso a Imola, stando gli inimici in ordinanza nel luogo loro; ma non volendo assaltargli con tanto disavvantaggio, passati piú innanzi, alloggiò l’avanguardia a Bubano castello distante da Imola quattro miglia, l’altre parti dell’esercito a Mordano e Bagnara terre vicine l’una all’altra poco piú di uno miglio, eleggendo di alloggiare sotto la strada