Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/250

Da Wikisource.
244 storia d'italia

nondimeno perseverando le medesime difficoltá della restituzione di Vicenza e de’ pagamenti de’ danari erano vane queste fatiche. La qual cosa era cagione che il pontefice non assaltasse il duca di Ferrara: perché in tal caso arebbe sperato bastargli alla vittoria le forze sue e gli aiuti de’ viniziani, col nome solo di accostarvi, bisognando, gli spagnuoli; altrimenti si risolveva a differire alla primavera, perché era riputato difficile l’espugnare nel tempo della vernata Ferrara, forte di sito rispetto al fiume, e la quale Alfonso aveva molto fortificata e senza intermissione alcuna fortificava.


VI

Inglesi e spagnuoli contro la Francia; occupazione del regno di Navarra da parte del re d’Aragona; minaccie del pontefice contro il re di Francia; gli inglesi abbandonano l’impresa per dissidi col re d’Aragona. Vano tentativo dei francesi di liberare il regno di Navarra. Scoperta della congiura del duca di Calabria per fuggire nell’esercito francese.

Parrá forse alieno dal mio proposito, stato di non toccare le cose succedute fuora d’Italia, fare menzione di quel che l’anno medesimo si fece in Francia; ma la dependenza di quelle da queste, e perché a’ successi dell’una erano congiunti molte volte le deliberazioni e i successi dell’altra, mi sforza a non le passare del tutto tacitamente. Erano, insino al principio di maggio, passati con le navi inghilesi e spagnuole a Fonterabia, ultimo termine del reame di Spagna verso la Francia in sul mare Oceano, seimila fanti inghilesi per assaltare congiuntamente con le forze spagnuole, secondo le convenzioni fatte tra ’l suocero e il genero, il ducato di Ghienna, parte, secondo gli antichi nomi e divisioni, della provincia della Aquitania; contro al quale movimento il re di Francia, non sicuro ancora dalle parti di Piccardia, preparava l’ordinanza nuova di ottocento lancie che avea fatte, e soldava delle parti piú basse della Alamagna non suddite a Cesare molti