Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/282

Da Wikisource.
276 storia d'italia

ammunisce che non possiamo in altro modo spegnere l’antica infamia, pervenutaci quando con Lodovico Sforza militavamo alla medesima Novara. Andiamo adunque, con l’aiuto del sommo Dio, persecutore degli scismatici degli scomunicati degli inimici del suo nome. Andiamo a una vittoria, se saremo uomini, sicura e facile; della quale quanto pare che sia maggiore il pericolo tanto sará il nome nostro piú glorioso e maggiore: quanto sono maggiore numero gli inimici che noi, tanto piú ci arricchiranno le spoglie loro. —

Alle parole di Mottino gridò ferocemente tutta la moltitudine, approvando ciascuno col braccio disteso il detto suo; e dipoi egli, promettendo la vittoria certa, comandò che andassino a riposarsi e procurare le persone loro, per mettersi, quando col suono de’ tamburi fussino chiamati, negli squadroni. Non fece mai la nazione de’ svizzeri né la piú superba né la piú feroce deliberazione: pochi contra molti, senza cavalli e senza artiglierie contro a uno esercito potentissimo di queste cose, non indotti da alcuna necessitá, perché Novara era liberata dal pericolo, e aspettavano il dí seguente non piccolo accrescimento di soldati, elessono spontaneamente di tentare piú tosto quella via nella quale la sicurtá fusse minore ma la speranza della gloria maggiore che quella nella quale dalla sicurtá maggiore risultasse gloria minore. Uscirno adunque con impeto grandissimo, dopo la mezza notte, di Novara, il sesto dí di giugno, in numero circa diecimila, distribuitisi con questo ordine: settemila per assaltare l’artiglierie, intorno alle quali alloggiavano i fanti tedeschi; il rimanente per fermarsi, con le picche alte, all’opposito delle genti d’arme. Non erano, per la brevitá del tempo e perché non si temeva tanto presto di uno accidente tale, stati fortificati gli alloggiamenti de’ franzesi; e al primo tumulto, quando dalle scolte fu significata la venuta degli inimici, il caso improviso e le tenebre della notte dimostravano maggiore confusione e maggiore terrore. Nondimeno, e le genti d’arme sí raccolsono prestamente agli squadroni e i fanti tedeschi, i quali furno seguitati dagli altri fanti, si messono subitamente negli ordini loro. Giá con grandissimo