Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/65

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libro nono - cap. xii 59

le cose di qua da’ monti provedimento alcuno. Onde declinando in Italia la sua riputazione e diventandone maggiore l’animo degl’inimici, il pontefice, impaziente che le sue genti non procedessino piú oltre né ammettendo le scuse che della stagione del tempo e dell’altre difficoltá gli facevano i suoi capitani, chiamatigli tutti a Bologna, propose si andasse a campo a Ferrara: approvando il parere suo solamente gli imbasciadori viniziani, o per non lo sdegnare contradicendogli o perché i soldati loro ritornassino piú vicini a’ suoi confini; dannandolo tutti gli altri, ma invano, perché non consultava piú ma comandava. Fu adunque deliberato che si andasse col campo a Ferrara, ma con aggiunta che per impedire a’ franzesi il soccorrerla si tentasse, in caso non apparisse molto difficile, la Mirandola: la quale terra, insieme con la Concordia, signoreggiata da’ figliuoli del conte Lodovico Pico, [e da Francesca,] madre e nutrice loro, conservava sotto la divozione del re di Francia; seguitando l’autoritá di Gianiacopo da Triulzi suo padre naturale, per cui opera i piccoli figliuoli n’aveano da Cesare ottenuta la investitura. Aveva il pontefice molto prima ricevutigli, come appariva per uno breve, nella sua protezione, ma si scusava che le condizioni de’ tempi presenti lo costrignevano a procurare che quelle terre non fussino tenute da persone sospette a sé; offerendo, se volontariamente gli erano concedute, di restituirle come prima avesse acquistato Ferrara. Fu dubitato insino allora (la quale dubitazione si ampliò poi molto piú) che il cardinale di Pavia, sospetto giá d’avere occulto intendimento col re di Francia, fusse stato artificiosamente autore di questo consiglio, per interrompere con la impresa della Mirandola l’andare a campo a Ferrara; la quale cittá non era allora molto fortificata né aveva presidio molto grande, e i soldati franzesi stracchi col corpo e con l’animo dalle fatiche, il duca impotente e il re alieno dal farvi maggiori provedimenti.

Ma mentre che il pontefice attendeva con tanto ardore all’espedizione della guerra, il re di Francia, intento piú alle pratiche che all’armi, continuava di trattare col vescovo di