Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/11

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libro tredecimo - cap. i 5

apparati degli altri, erano per la via di Cento e di Butrio, attraversato il contado di Bologna, entrati nelle terre sottoposte al duca di Ferrara. Da’ quali luoghi, saccheggiato Granarolo castello del faventino, si accostorono a Faenza per tentare se, per nome di uno giovane de’ Manfredi che era in quello esercito, facessino i faventini qualche mutazione; ma non si movendo dentro cosa alcuna passorono piú oltre, senza tentare alcuna altra delle terre di Romagna, nelle quali tutte erano a guardia o genti d’arme o fanterie: e per meglio assicurarsi di Rimini, Renzo e Vitello vi erano andati per mare. Venne e Lorenzo a Cesena per raccorre quivi e a Rimini le sue genti, ma essendo giá passati gli inimici; né cessava in questo mezzo di soldare genti in molti luoghi, le quali gli abbondorno sopra la volontá e consiglio suo; perché partendosi da Lautrech, per ritornarsene alle case loro, dumila cinquecento fanti tedeschi e piú di quattromila guasconi, Giovanni da Poppi secretario di Lorenzo, stato per lui piú mesi appresso a Lautrech, o essendosi vanamente lasciato mettere sospetto che questa fanteria, non avendo stipendio da altri, seguiterebbe Francesco Maria o persuadendosi leggiermente che con queste forze si otterrebbe presto la vittoria, gli condusse di propria autoritá, usando l’autoritá di Lautrech co’ capitani; e gli voltò subito verso Bologna: di maniera che al pontefice e a Lorenzo, a’ quali, per il sospetto che aveano del re, fu questa cosa molestissima, non rimase luogo di recusargli; temendo che, poi che erano venuti tanto innanzi, non andassino a unirsi cogli inimici.

Procedeva in questo mezzo Francesco Maria, ed entrato nello stato d’Urbino era ricevuto per tutto con letizia grande de’ popoli, non essendo nelle terre soldato alcuno; perché Lorenzo, non avendo avuto tempo a provedere in tanti luoghi, aveva solamente pensato alla difesa della cittá di Urbino, sedia e capo principale di quel ducato. Perciò per consiglio di Vitello v’avea mandato duemila fanti da Cittá di Castello, e in luogo di Vitello, che ricusò di andarvi, Iacopo Rossetto da Cittá di Castello: il quale, consigliando molti che, essendo il