Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/12

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6 storia d'italia

popolo sospettissimo, si cacciassero della cittá tutti coloro che erano abili a portare arme, ricusò di farlo. Voltossi adunque Francesco Maria, non perduto tempo altrove, a Urbino; e se bene la prima volta che si accostò alle mura fusse vano il conato suo, nondimeno la seconda volta che vi si accostò, Iacopo Rossetto convenne di dargli la terra, mosso o da infedeltá, come molti credevono, o da timore, per essere il popolo tutto sollevato; perché delle forze sole degli inimici, che non aveano né artiglierie né apparati da spugnare terre, non avea causa di temere. Uscirno, secondo le convenzioni, i soldati salvi con le robe loro: il vescovo Vitello, che in nome del nuovo duca governava quello stato, e sotto il quale pareva che niuna cosa succedesse mai prosperamente, rimase prigione. Seguitò l’esempio di Urbino, da Santo Leo in fuora, che per il sito munitissimo con piccolo presidio si difendeva, tutto il ducato. La cittá di Agobbio, che da principio avea chiamato il nome di Francesco Maria, e di poi, pentendosi, ritornata alla ubbidienza di Lorenzo, veduti i successi tanto prosperi, fece il medesimo che l’altre. Rimanevano in potestá di Lorenzo Pesero, Sinigaglia, Gradara e Mondaino, terre separate dal ducato.

Ricuperato Urbino, voltò Francesco Maria l’animo a insignorirsi di qualche luogo posto in sulla marina; e perché in Pesero e in Sinigaglia erano entrati molti soldati, fatta dimostrazione di andare a Pesero, si mosse verso Fano, piú facile per l’ordinario a espugnare, e della quale cittá, non essendo mai stata dominata da lui, meno si temeva: ma Renzo da Ceri che era a Pesero, avuta notizia de’ suoi pensieri, vi mandò subito Troilo Savello con cento uomini d’arme e con seicento fanti. Accostoronsi gli inimici con cinque pezzi di artiglieria non molto grossa, li quali aveano trovati in Urbino; e avendo anche carestia di polvere non gittorno in terra piú che circa venti braccia di muro, né queste senza difficoltá; pure dettono la battaglia, nella quale perderono circa cento cinquanta uomini. Non spaventati da questo, assaltorno di nuovo il dí seguente, e con tanto valore che l’apertura della muraglia fu