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Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/140

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134 storia d'italia

la notte medesima Francesco Guicciardini, il quale era andato da Milano per commissione del cardinale de’ Medici alla custodia di Parma, convocato la notte il popolo e confortatolo alla difensione di loro medesimi, e distribuite in loro mille picche, che due dí innanzi, sospettando de’ casi che potessino accadere, aveva fatto condurre da Reggio, attendeva sollecitamente a fare le provisioni necessarie per difendersi. Conoscendo molte difficoltá, per i pochi soldati che vi erano, non bastanti a sostenerla senza l’aiuto del popolo, nel quale, ne’ casi inopinati e pericolosi, non si può per la natura della moltitudine fare saldo fondamento, e considerando non potere proibirsi agli inimici l’entrata nel Codiponte, ritirò i soldati e tutti quegli della terra nell’altra parte della cittá; ma non senza grandissima difficoltá: perché, persuadendosi molti del popolo vanamente che la si potesse difendere, e parendo duro agli abitatori di quella parte abbandonare le case proprie, non si poteva, né con ragioni né con autoritá, disporgli se non quando si approssimorono gli inimici; i quali, per avere i parmigiani tardato troppo a volersi ritirare, mancò poco che insieme alla mescolata con loro non entrassino nell’altra parte della terra: dove erano molte difficoltá, e principalmente il mancamento de’ danari, in tempo molto importuno, perché era appunto il dí del pagare i fanti, i quali protestavano, se fra uno dí non erano pagati, di uscirsi della terra. Entrò il primo dí Federigo da Bozzole con tremila fanti e alcuni cavalli leggieri nel Codiponte abbandonato, sopragiunse il dí seguente Buonavalle con le lancie franzesi, e Marcantonio Colonna con dumila fanti de’ viniziani; non con altre artiglierie che con due sagri, perché le strade pessime che sono di quella stagione ne’ luoghi bassi e pieni di acque vicini al Po facevano impossibile, o almanco molto difficile, il condurre l’artiglierie grosse da battere la muraglia; e questo non senza perdita di tempo contraria alle speranze loro fondate in su la celeritá, perché tardando molto dubitavano, benché vanamente, che a Parma non fusse mandato soccorso o da Modena o da Piacenza. Nondimeno era entrato nel popolo opinione, per avvisi