Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/150

Da Wikisource.
144 storia d'italia

entrassino nella terra, difesa solamente da’ soldati perché il popolo non si moveva, furono sempre rimessi fuora con la morte di molti di loro: onde Gentile e il commissario fiorentino, cresciuti di animo, speravano d’avere non meno felicemente a difendersi gli altri dí. Ma la timiditá di Vitello fu cagione che le cose avessino esito molto diverso. Perché temendo che il popolo piú inclinato a’ figliuoli di Giampagolo che a Gentile non si movesse in favore loro, né parendogli piccola importanza che avessino preso l’alloggiamento ne’ borghi tra le due porte di San Piero, ma sopratutto mosso dal sospetto d’avere, se le cose succedessino sinistramente, in pericolo la vita propria, per l’odio che sapeva portargli il duca di Urbino e i figliuoli di Giampagolo, significò agli altri capitani, la notte, di volersi partire; allegando il soprasedere suo non fare utilitá alcuna, perché essendo stato il dí precedente, quando si dava la battaglia, ferito da uno scoppio nel dito minore del piede destro, era tanto soprafatto dal dolore che la necessitá l’aveva costretto a fermarsi nel letto; e benché Gentile e gli altri si sforzassino di rimuoverlo con molti prieghi da questa intenzione, dimostrandogli quanto invilirebbe i soldati e il popolo della cittá la sua partita, deliberorono, poiché stava pertinace, di seguitarlo. Cosí la notte medesima andorono a Cittá di Castello, e Perugia ricevette dentro i fratelli Baglioni; con ammirazione incredibile di tutti quegli che avendo avuta notizia, per lettere scritte la notte medesima, del felice successo avuto il giorno precedente contro agli inimici, intesono, poche ore poi, Vitello e gli altri averla vilmente abbandonata.

Non era a questo tempo espedita la elezione del nuovo pontefice, differita per la discordia grande de’ cardinali, causata principalmente perché il cardinale de’ Medici, aspirando al pontificato, e potente per la riputazione della grandezza sua e per le entrate e per la gloria guadagnata nello acquisto di Milano, aveva uniti a sé i voti di quindici altri cardinali, mossi o per interessi propri o per la amicizia che avevano seco o per la memoria de’ benefici ricevuti da Lione, e alcuni per speranza che quando fusse disperato di conseguire per sé