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176 storia d'italia

teneva sospesi di quello che avesse a seguirne gli animi di ciascuno. Accrebbe la dilazione, e forse anche le difficoltá di questa pratica, la morte di Ieronimo Adorno il quale, persona di grande spirito ed esperienza benché giovane, la trattava con molta autoritá e con destrezza singolare: in luogo del quale vi fu mandato da Milano, in nome di Cesare, Marino Caracciolo protonotario apostolico, il quale molti anni poi fu da Paolo terzo pontefice promosso alla degnitá del cardinalato. Trattoronsi queste cose in Vinegia molti mesi, perché da altra parte il re di Francia faceva assiduamente, per gli imbasciadori suoi, diligenza grandissima in contrario, promettendo, ora con lettere ora con uomini propri, di passare presto con potentissimo esercito in Italia: perché tra’ senatori erano varietá grandi di pareri e assidue disputazioni. Perché molti consigliavano che non si abbandonasse la confederazione del re di Francia, confidandosi che presto avesse a mandare l’esercito in Italia; la quale speranza il re sforzandosi con somma diligenza di nutrire aveva, oltre a molti altri, mandato di nuovo Renzo da Ceri a Vinegia, a promettere questo medesimo e a dimostrare che giá le cose erano preparate: altri, considerando per l’esperienza delle cose passate le negligenti esecuzioni di quel re, non confidavano che avesse a passare, e questa opinione si accresceva per le lettere di Giovanni Baduero oratore loro in Francia, il quale, prestando fede a quello che gli era referito dal duca di Borbone (il quale, giá congiunto occultissimamente contro al re, desiderava che i viniziani si unissino con Cesare), affermava che ’l re di Francia per quello anno non passerebbe né manderebbe esercito in Italia. Spaventava altri la mala fortuna del re di Francia la prospera di Cesare, il considerare che in Italia seguitavano Cesare il duca di Milano, i genovesi e i fiorentini con la Toscana tutta, e si credeva che avesse a fare il medesimo il pontefice; e che fuora d’Italia erano congiunti seco l’arciduca suo fratello, vicino allo stato de’ viniziani, e il re d’Inghilterra, il quale continuamente faceva la guerra in Piccardia. Nella quale varietá di pareri, non meno tra i principali del