Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/20

Da Wikisource.
14 storia d'italia

il campo suo non prevenissino, mandò la mattina innanzi giorno a pigliare il castello Giovanni de’ Medici Giovambattista da Stabbia e Brunoro da Furlí con quattrocento cavalli leggieri; e ordinato a’ fanti che erano a Candelara e Nugolara che attraversando i monti andassino per unirsi con gli altri verso il Metro, egli con tutto il rimanente dell’esercito, lasciato Guido Rangone alla guardia di Pesero con cento cinquanta uomini d’arme, a levata di sole prese il cammino da Pesero verso Fano per il lito della marina, e voltatosi verso Fossombrone, dove comincia la valle, arrivò a mezzodí a uno luogo detto il mulino di Madonna in sul fiume, il quale tutti i cavalli e i fanti italiani guadorono: ma i guasconi e i tedeschi passorno tanto tardamente per il ponte preparato a questo che, non potendo l’esercito condursi il dí medesimo, secondo la deliberazione fatta, a Sorbolungo, fu necessario che alloggiassino a San Giorgio, Orciano e Mondavio, castelli distanti mezzo miglio l’uno dall’altro. Ma non ebbe migliore fortuna quello che era stato commesso a’ cavalli leggieri; perché parendo, nel camminare, a Giovanni de’ Medici (nel quale in questa sua prima esercitazione della milizia apparivano segni della futura ferocia e virtù) che per errore si pigliasse la via più lunga, abbandonati gli altri i quali disprezzorono il consiglio suo, entrò, più ore innanzi che sopravenisse la notte, in Sorbolungo; gli altri due capitani, dopo lungo circuito, ingannati secondo dicevano dalla guida, ritornorno finalmente all’esercito. Né potette Giovanni de’ Medici rimasto con la sua compagnia sola fermarsi la notte in Sorbolungo, perché la mattina medesima Francesco Maria, presentita la mossa degli inimici, immaginando dove andassino, si era con grandissima celeritá mosso con tutto l’esercito; il quale non ricevendo impedimento dal transito del fiume, perché lo passorno a Fossombrone dove è il ponte di pietra, pervenne innanzi fusse la notte a Sorbolungo; per la venuta de’ quali Giovanni, vedendosi impotente a resistere, si ritirò verso Orciano, seguitandolo i cavalli degli inimici da’ quali furno presi molti de’ suoi. A Orciano, entrato nell’alloggiamento di Lorenzo, disse a lui,