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il collegio de’ cardinali, a cui il governatore avea con celeritá significato i pericoli imminenti, provedimento alcuno, anzi, non che altro, non rispondendo a’ messi e alle lettere ricevute, non vi era facoltá di potere co’ danari publici pagare i soldati; e per sorte era venuto al dí che gli spagnuoli doveano ricevere lo stipendio del secondo mese, e quando pure si pagassino tutti niuna vi era speranza di soldarne maggiore numero; dividendo questi tra Modona e Reggio, niuna delle due cittá rimaneva sicura; né erano in Reggio soldati, e la disposizione del popolo diversa da quella de’ modonesi. Nelle quali difficoltá avendo il governatore e il conte Guido deliberato di conservare Modena principalmente, come terra piú importante per la vicinitá di Bologna, piú congiunta collo stato della Chiesa e ove piú facilmente potevano condursi i soccorsi e i provedimenti, mandarono a Reggio cinquecento fanti sotto Vincenzio Maiato bolognese, soldato del conte Guido; al quale commessono che non si potendo difendere la terra si ritirasse nella cittadella: la quale perché speravano che si difendesse almeno per qualche dí, mandò il governatore danari a Giovambatista Smeraldo da Parma castellano, perché chiamasse trecento fanti e pregò, benché invano, la comunitá di Reggio che, trattandosi non meno della sicurtá loro che dello stato della Chiesa, prestassino alcuna quantitá di danari per soldarne altri fanti. Al pericolo di Modona non potendo per mancamento di danari provedere altrimenti, il governatore, convocati molti cittadini espose loro le cose essere ridotte in grado che, non si pagando i fanti spagnuoli né avendo danari per provedere a molte altre spese, era necessario lasciare cadere la terra nelle mani del duca di Ferrara; la quale se vi fusse la provisione de’ danari si difenderebbe, né essere altro modo di provedervi se essi medesimi non soccorrevano al bisogno presente, perché si rendeva certo che a quello che occorresse per l’avvenire o il nuovo pontefice o il collegio de’ cardinali provederebbe. Non essere in quella congregazione alcuno che non avesse provato il dominio del duca di Ferrara e quello della Chiesa; però, quale de’ due fusse piú amabile o piú acerbo