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238 storia d'italia

intorno alle mura; alle quali confidava che gli inimici, avendo, come si comprendeva per la infrequenza del tirare, mancamento di munizioni, non potrebbono resistere, e per la derivazione che ancora non era disperata del Tesino e per la carestia del pane che era dentro; né stimare premio degno di tante fatiche e di spesa cosí immoderata la ricuperazione sola del ducato di Milano e di Genova, ma pensare non meno ad assaltare il regno di Napoli.

Trattossi dipoi tra loro, e con piccola difficoltá se gli dette la perfezione, la cagione principale per la quale il datario era stato mandato; perché il pontefice s’obligò a non dare aiuto manifesto o occulto contro al re e che il medesimo farebbono i fiorentini, e il re ricevette in protezione il pontefice e i fiorentini, inserendovi specialmente l’autoritá che avea in Firenze la famiglia de’ Medici: la quale concordia convennono non si publicasse se non quando paresse al pontefice; e nondimeno, ancora che non pervenisse allora alla notizia de’ capitani di Cesare, cresceva in essi continuamente il sospetto conceputo di lui. Però, per certificarsi al tutto della sua mente, mandorno a lui Marino abate di Nagera commissario del campo, a proporgli insieme speranza e timore: perché da una parte gli offerivano cose grandissime, dall’altra gli dimostravano che, essendo Cesare e il re venuti all’ultima contenzione, non poteva Cesare altro che riputare che fusse stato contro a sé chiunque non fusse stato con lui. Ma il pontefice rispondeva, niuna cosa meno convenire a sé che il partire dalla neutralitá nelle guerre tra príncipi cristiani, perché cosí richiedeva lo ufficio pastorale e perché potrebbe con maggiore autoritá trattare la pace: per la quale, nel tempo medesimo, procurava con Cesare; a cui, avuta licenza dalla madre del re di passare da Lione in Spagna, dopo l’acquisto di Milano, pervenne l’arcivescovo di Capua, e scusato che ebbe con le medesime ragioni il pontefice del non avere voluto rinnovare la lega, come Cesare, intesa la andata del re verso Italia aveva instantemente dimandato, lo confortò efficacemente in suo nome che o con la tregua o con la pace si deponessino l’armi. Inclinavano