Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/328

Da Wikisource.
322 storia d'italia

conclusione, di rinnovare la prima confederazione con le medesime condizioni e di pagare a Cesare, per ricompensazione della omissione del passato, ottantamila ducati; escluse in tutto le dimande di contribuire in futuro con danari, e di restituire i fuorusciti di Padova e dell’altre terre che avevano seguitato Massimiliano. Ma il caso sopravenuto di Milano empié quello senato di grandissima perplessitá, essendo da una parte molestissimo restare soli in Italia contro a Cesare, con pericolo che, come minacciava il marchese di Pescara di volere fare, la guerra non si trasferisse nel loro dominio (e giá ne appariva qualche preparazione), da altra, non manco, di accrescere col loro accordo la facilitá a Cesare di insignorirsi totalmente di quel ducato; il quale, aggiuntogli a tanti stati e a tante altre opportunitá, era la scala di soggiogare loro con tutto il resto d’Italia. Né cessava di confortargli al medesimo efficacemente il vescovo di Baiosa, mandato da madama la reggente per trattare la unione sua con gli italiani contro a Cesare; nel quale frangente le consulte loro erano spesse ma dubbie, e piene di varie opinioni; e se bene lo accettare l’accordo fusse piú conforme alla consuetudine loro, perché rimoveva i pericoli presenti, donde potevano sperare nella lunghezza del tempo e nelle occasioni che possono aspettare le republiche, le quali a comparazione de’ príncipi sono immortali, pure pareva anche loro troppo importante che Cesare si confermasse nello stato di Milano, e che i franzesi restassino esclusi di ogni speranza di avere alcuna congiunzione in Italia. Però, determinati finalmente di non si obligare a cosa alcuna, risposono al protonotario Caracciolo che i progressi loro passati facevano fede a tutto il mondo (ed egli ancora, che si era trovato a conchiudere la confederazione, ne era buono testimonio) quanto avessino sempre desiderato la amicizia di Cesare, col quale si erano collegati in tempo che lo accostarsi loro a’ franzesi sarebbe stato, come sapeva ciascuno, di grandissimo momento; e che sempre avevano perseverato e ora piú che mai perseveravano nella medesima disposizione; ma che di necessitá gli teneva sospesi il vedere che in Lombardia si fusse