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circondavano una parte, si spinse innanzi con alcuni uomini d’arme, per entrare dentro; ma essendone cacciato e serrata la porta con grande strepito, il romore, venuto nel luogo dove lo Scudo e il governatore parlavano, fu cagione che quegli della terra e alcuni de’ fuorusciti, de’ quali erano piene le mura del rivellino, scaricati gli scoppi contro a quegli che erano vicini allo Scudo, ferirno gravemente Alessandro da Triulzio, della quale ferita morí fra due giorni, indegno certamente di questa calamitá perché avea dissuaso il venire a Reggio; gli altri fuggirono: né salvò lo Scudo altra cosa che il rispetto che ebbe, chi voleva tirare a lui, di non percuotere il governatore. Ma essendo egli pieno di spavento, e lamentandosi essergli mancato della fede, né sapendo risolversi o a stare fermo o a fuggire, il governatore, presolo per la mano e confortandolo che sopra la fede sua lo seguitasse, lo introdusse nel rivellino; non l’accompagnando altri de’ suoi che La Motta gentiluomo franzese: e fu cosa maravigliosa che tutte le genti d’arme, come intesono lo Scudo essere entrato dentro, andata tra loro la voce che era stato fatto prigione, si messono in fuga, con tanto timore che molti di loro gittorno le lancie per le strade, pochissimi furono quegli che aspettassino lo Scudo. Il quale, dopo lungo parlamento ed essere stato certificato che il disordine era nato da’ suoi, fu licenziato dal governatore; il quale, rispetto alla fede data e alle commissioni avute dal pontefice di non fare dimostrazione alcuna contro al re, non volle ritenerlo. Della quale ritenzione non sarebbe seguito lo effetto, che allora per molti si credette, della rebellione dello stato di Milano: perché le genti d’arme, se bene messe in fuga, non essendo seguitate da alcuno perché in Reggio erano pochissimi cavalli, e avendo riscontrato a’ confini del reggiano Federico da Bozzole che veniva innanzi con mille fanti, si fermorono e riordinorono; e il terrore cominciato a Parma e a Milano, per essere stati i primi avvisi che lo Scudo era prigione e le genti d’arme rotte, non sarebbe andato innanzi come si fusse inteso le genti d’arme essere salve: non essendo massime, in luoghi vicini, esercito né forze da