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stato di Milano e portare le ricolte a Milano. Finalmente, dovendosi a’ tredici di luglio dare nuovo assalto a Lodi, i tedeschi si ammutinorno e mille se ne andorono verso Como; gli altri, restati in grandissimo disordine, allargorono l’artiglieria da Lodi. Per il che temendosi che non se ne tornassino in Germania, il marchese del Guasto, avuto licenza da Andrea Doria per dieci dí, sopra la fede, andò a Milano per persuadere a Brunsvich che non ritornasse in Germania; ma non si potendo intrattenere con le parole, se ne andorono per via di Como, restandone di loro con Antonio da Leva, al quale si era in quegli dí arrenduta Mortara, circa dumila: essendo cosa certa che se fussino soprastati qualche dí piú lo pigliavano per mancamento di vivere. Nella quale espedizione fu desiderato da molti la prontezza del duca d’Urbino, di essersi, quando il campo era intorno a Lodi, accostato o a Crema o a Pizzichitone, o almeno tenutovi qualche somma di cavalli leggieri per infestargli; benché, quando erano nel bresciano, gli avesse qualche volta costeggiati, ma non sí accostando mai a loro piú di tre miglia e procedendo sicuramente: nondimeno, contento di difendere lo stato de’ viniziani, non passò mai il fiume dell’Oglio. Non essendo anche stata piú pronta la passata di San Polo; il quale, non ostante tutti i disegni e le promesse fatte dal re di mandare per interesse suo gente contro a’ tedeschi, non arrivò in Piemonte se non in tempo che giá i tedeschi se ne andavano, e anche con numero di gente molto minore che non avevano publicato.

Non restavano perciò i collegati di fare di nuovo instanza col pontefice che si dichiarasse per loro, e che procedendo contro a Cesare con l’armi spirituali lo privasse dello imperio e del reame di Napoli. Il quale, poi che si fu scusato che, dichiarandosi, non sarebbe piú mezzo opportuno alla pace, che la dichiarazione sua susciterebbe maggiore incendio tra príncipi cristiani senza utilitá de’ collegati, per la povertá e impotenza sua, e la privazione di Cesare solleverebbe la Germania, per sospetto che e’ non volesse applicare a sé la autoritá di eleggere, ed eleggesse il re di Francia; dimostrava il